Comunità Ospitale Sangro Autentico, quali sfide? Intervista a Marzia Bassi
La Comunità Ospitale Sangro Autentico ha l’obiettivo di promuovere e stimolare sinergie tra le amministrazioni locali e le realtà economiche e produttive dell’area del Sangro per implementare una strategia comune di accoglienza turistica e costruire un profilo identitario territoriale.
Abbiamo intervistato Marzia Bassi, la referente della comunità, per conoscere meglio il progetto Comunità Ospitale Sangro Autentico.

Conosciamo Marzia Bassi, referente e coordinatrice del progetto.
Originaria di Perano, si occupa di turismo e sviluppo territoriale. Dopo una laurea in Lingue e Culture per l’azienda, una specializzazione in Marketing e Comunicazione per le imprese presso l’Università degli Studi di Urbino e un’esperienza lavorativa in ambito turistico in Olanda, cinque anni fa rientra in Abruzzo e inizia a collaborare con la DMC Terre del Sangro Aventino e a lavorare nell’ambito della promozione territoriale.
Da quasi due anni si occupa della segreteria tecnica e della comunicazione digitale di Borghi Autentici d’Italia in Abruzzo.
Come e perché nasce il progetto?
Dopo la pubblicazione dell’Avviso del GAL Maiella Verde relativo le Comunità di Progetto, Alfredo Salerno, sindaco di Fallo e delegato regionale dei Borghi Autentici d’Italia in Abruzzo, mi ha contattato in qualità di segreteria tecnica dei Borghi Autentici in Abruzzo per organizzare un incontro con i 5 comuni associati dell’area GAL (Archi, Fallo, Monteferrante, Perano e Rosello) e insieme ad altre amministrazioni comunali locali per discutere dell’eventuale possibilità di costituire una comunità di progetto. All’incontro, che si è svolto lo scorso 21 Febbraio a Fallo, è stato invitato anche Antonio Cardelli, Vice Segretario dell’Associazione.
Dal confronto è emersa la volontà di intraprendere insieme questo percorso, costituire una comunità di progetto e nello specifico di accoglienza, coinvolgendo anche altri borghi del Sangro.
Qual è il territorio di riferimento e quali sono le sue attrattive?
Quello della Val di Sangro, un territorio dal patrimonio naturalistico ricco e variegato, attraversato dal fiume Sangro, caratterizzato dalla presenza del Lago di Bomba, da ben tre riserve naturali regionali ovvero le Cascate del Verde di Borrello, l’Abetina di Rosello, l’Oasi di Serranella, e una nuova riserva in fase di istituzione lungo le sponde del Sangro nel comune di Fallo.
Un’area con innumerevoli borghi fortificati, tra i quali 5 Borghi Autentici d’Italia (Archi, Fallo, Monteferrante, Perano e Rosello) e diverse le testimonianze archeologiche, come le mura megalitiche di Monte Pallano nel comune di Tornareccio, o le incisioni rupestri nei comuni di Fallo e Civitaluparella.
Quali sono gli obiettivi del progetto?
Replicare il modello di “destination management” sviluppato dall’Associazione Borghi Autentici d’Italia ovvero la “Comunità Ospitale”, iniziativa già attiva in oltre 50 comuni italiani: creare destinazioni di turismo sostenibile e green attraverso il coordinamento di tutti gli attori presenti sul territorio di riferimento, cercando di dare particolare rilevanza alla forza vitale del borgo, quindi alla comunità locale.
Qual è il turismo di riferimento?
La Comunità Ospitale si basa sull’inclusione dell’ospite, è un modello pensato per chi è alla ricerca di autenticità e desidera vivere un’esperienza unica sul territorio.
Il focus è incentrato sull’esperienza e sul ruolo della comunità locale: questo permette al turista di identificarsi con il ritmo lento dei borghi, di conoscere territori solitamente fuori dagli itinerari più blasonati, di riscoprire l’autenticità dei luoghi.
Il turismo di riferimento è quello esperienziale e guarda a chi ama viaggiare e scoprire un territorio a 360 gradi, sentendosi parte “attiva” di una comunità e non semplice visitatore.
É un turismo che si è affermato negli ultimi anni e crediamo che andrà a consolidarsi ulteriormente nel periodo post covid-19, soprattutto in quelle che sono considerate le aree interne, i borghi.
I viaggiatori sono sempre più consapevoli del sovraffollamento turistico e quindi si orientano verso destinazioni meno visitate, che offrono la possibilità di vivere un’esperienza che sia soprattutto eco-sostenibile.
Quali sfide?
La prima è quella di mettere in rete amministrazioni, operatori economici e cittadini per sviluppare un progetto di accoglienza interterritoriale con la speranza di aumentare l’attrattività turistica del territorio, oltre che generare lavoro per i giovani e quindi evitare lo spopolamento di queste aree.
Un’altra sfida è quella di far conoscere il territorio di riferimento, quello del Sangro, ricco di attrattive come le riserve naturali, i castelli, i parchi archeologici. Un’area ancora marginale rispetto ad altre destinazioni turistiche presenti in Abruzzo.
Come vi siete organizzati? Chi aderisce alla Comunità di Progetto?
Inizialmente hanno aderito 15 amministrazioni comunali (Archi, Bomba, Borrello, Civitaluparella, Colledimezzo, Fallo, Montebello Sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Rosello, Tornareccio e Villa Santa Maria), insieme all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, la Fondazione Futurae, la Cooperativa Sagrus, l’Associazione Cuochi della Val di Sangro, la Porta delle Meraviglie, l’Associazione Apicoltori Professionali d’Abruzzo.
Successivamente all’incontro di presentazione della comunità, che si è tenuto attraverso un webinar lo scorso 28 aprile, si sono aggiunti altri 5 comuni (Quadri, Gamberale, Pennadomo, Montazzoli e Roio del Sangro) e diverse associazioni e operatori turistici come il circolo Legambiente di Atessa e la Pro loco di Bomba.
Operativamente? Quali azioni concrete state implementando?
Data l’impossibilità di riunirci a causa delle restrizioni nazionali dovute all’emergenza sanitaria in corso, abbiamo pensato di organizzare un webinar per presentare il nostro progetto. Hanno partecipato circa 40 utenti tra operatori turistici, amministrazioni, associazioni e relatori. Continuiamo a ricevere adesioni da diversi portatori d’interesse e in questi giorni stiamo lavorando alla raccolta di informazioni per l’analisi di contesto. Quindi andremo a implementare la strategia e organizzeremo un altro webinar per condividere e presentare il nostro lavoro alla comunità.
Quali risultati volete raggiungere da qui a un anno? E come si potranno “visualizzare” concretamente sul territorio?
L’intenzione è quella di creare una collaborazione stabile tra gli operatori, sviluppare servizi di accoglienza comuni, recuperare in ogni borgo spazi pubblici in disuso dove poter svolgere attività mirate per il turista, ma anche per il cittadino.
Da qui a un anno ci piacerebbe creare una rete ricettiva diffusa e valorizzare a fini turistici le case inutilizzate o sottoutilizzate, organizzare laboratori tematici incentrati sull’accoglienza e sulle sue potenzialità e vantaggi in un ecosistema di imprese e professionisti che dialogano per la crescita dell’offerta turistica. L’idea è quella di elaborare un’offerta dinamica, pronta all’accoglienza di diverse tipologie di viaggiatori, capace di gestire in maniera consapevole anche la propria presenza online, sulle piattaforme di prenotazione (sia per la ricettività che per le esperienze di fruizione). Inoltre, per stimolare le iniziative locali, prevediamo scambi di esperienze e trasferte per conoscere le buone pratiche della “Comunità Ospitale” già operative in altre zone d’Italia.